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L’emergenza che non finisce: “Molte famiglie sono in grande difficoltà”

Mi ricordo che quel lunedì abbiamo convocato una riunione di emergenza con tutto lo staff per decidere cosa fare, per capire come garantire la sicurezza dei bimbi in un momento così drammatico. Abbiamo scelto di chiudere per precauzione e dal giorno successivo l’Italia è entrata in lockdown”. Inizia così il racconto di Mariangela Battisti, responsabile del Centro Paideia, quando ci troviamo a fare il punto a un anno di distanza dall’inizio dell’emergenza Covid. Il momento che ha cambiato la vita di tutti noi, generando uno strappo profondo rispetto alla quotidianità a cui eravamo abituati.

Ma che cosa succede oggi, a un anno di distanza? Quali sono le problematiche principali che si trovano ad affrontare le famiglie con bambini con disabilità che incontriamo ogni giorno?

“Oggi la situazione, per certi versi, è più difficile di un anno fa. Le famiglie con bambini con disabilità sono davvero molto affaticate. C’è prima di tutto un aspetto psicologico: ognuno di noi è stanco per questa situazione, ma per i genitori dei bambini con disabilità questa fatica si moltiplica per milioni di preoccupazioni quotidiane e questo può avere un impatto devastante sulla vita di tutta la famiglia”.

A questo – continua – si affianca un aspetto di grave difficoltà economica, che sta diventando un’emergenza nell’emergenza. Penso ad alcune mamme che svolgevano attività di assistenza a persone anziane e che a causa della pandemia sono state costrette a sospendere il lavoro, o ad alcuni papà che, impegnati in attività di ristorazione, si sono trovati in cassa integrazione o con l’orario di lavoro ridotto al minimo. C’è anche un aspetto di assistenza ai bambini con disabilità, che ha portato alcuni genitori, soprattutto mamme, a dover scegliere di restare a casa con i figli a causa delle continue quarantene e chiusure scolastiche, non riuscendo poi a conciliare le poche ore libere con il lavoro. E poi c’è chi  lavora nel settore del turismo, dello spettacolo, dello sport, della ristorazione ma anche tanti piccoli artigiani e liberi professionisti, che sono stati duramente colpiti dalle chiusure. Molti genitori che prima della pandemia svolgevano lavori precari non hanno più ripreso a lavorare. Per qualcuno tutto ciò ha ripercussioni molto gravi”.

Questa situazione, purtroppo, va aggravandosi di giorno in giorno. Ma anche quando c’è grave difficoltà economica, i genitori continuano a mettere al primo posto, com’è comprensibile, le attività di cura e riabilitazione dei bambini, per garantire il loro benessere. “Una delle paure più grandi delle mamme e dei papà è che i loro bimbi possano regredire, vanificando i progressi fatti nel tempo. Per questo è importante continuare ad offrire loro le attività al Centro Paideia, che da maggio 2020, dopo il periodo di chiusura nel primo lockdown, non si è più fermato”.

In questo momento, dare un sostegno economico straordinario alle famiglie più fragili significa aiutarle a coprire i bisogni di prima necessità, garantire i percorsi terapeutici dei bambini e sollevarle da preoccupazioni quotidiane (la paura di non riuscire a pagare le spese arretrate, l’affitto, le bollette, le visite mediche), aiutando chi è più in difficoltà a respirare, risollevarsi e rimettersi in piedi.

“In un anno – racconta Mariangela – il contributo di Paideia per sostenere le terapie di riabilitazione dei bambini è aumentato del 58%, ma purtroppo non basta. C’è bisogno di fare ancora di più per i bambini e le loro famiglie ed è per questo che torniamo a chiedere aiuto a tutti i nostri sostenitori. Noi vogliamo e dobbiamo esserci. Tutti noi siamo stanchi, ma se penso alle paure, alla solitudine e alle fatiche delle famiglie con bambini con disabilità, credo che sia necessario dare loro tutta l’energia possibile, tutta quella che ci rimane. Hanno bisogno dell’aiuto di tutti noi”.

UNISCITI A NOI

Per sostenere le famiglie e i bambini che in questo momento sono più in difficoltà, abbiamo bisogno anche di te. 

Dona ora, se puoi: il tuo aiuto è fondamentale per tante famiglie.

Con la tua donazione puoi:

  • donare un buono per l’acquisto di medicinali e farmaci per una famiglia (15 euro)
  • donare 1 ora di terapia ad un bambino con disabilità (35 euro)
  • aiutare una famiglia ad affrontare alcune spese di prima necessità (50 euro)