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“Nel 2021 aumenteremo la nostra capacità di risposta per le famiglie”

Una delle parole chiave di questo periodo storico? Direi sicuramente ‘adattamento’”.

Abbiamo chiesto a Fabrizio Serra, direttore della Fondazione Paideia, di raccontarci l’anno da poco concluso e provare a delineare aspettative, bisogni e attività che segneranno il 2021.

Parto dall’adattamento perché ha caratterizzato il 2020 fin dai primi mesi, quando l’emergenza sanitaria ha costretto tutti noi a riprogrammare una nuova quotidianità”.

“Fin dai primi giorni come Paideia abbiamo sentito il bisogno di dire ai bambini con disabilità e alle loro famiglie ‘Non siete soli’, cercando di rispondere alle necessità più urgenti, talvolta drammatiche. Dalle nostre case abbiamo cercato di coinvolgere i bambini a distanza e ascoltare le fatiche e le preoccupazioni dei genitori, abbiamo fornito supporto economico, impegnandoci per cercare risorse e sostegni, per poi tornare in presenza, non senza preoccupazioni, ma rinforzati dalla certezza che il nostro posto era lì”.

Ognuno di noi, in questo periodo, è messo alla prova e si confronta con nuovi limiti, nuovi confini. “I limiti che abbiamo vissuto sono stati un’esperienza per certi tratti nuova, inaspettata, che ci ha permesso di riflettere sul fatto che siamo tutti soggetti fragili, esseri delicati sotto il profilo sanitario, ma soprattutto dal punto di vista delle relazioni e degli affetti. Riconoscere i propri limiti è una lezione che ci permette di entrare in empatia con le difficoltà delle persone che incontriamo, che accogliamo, che sosteniamo. Una lezione che ci porta a riconsiderare il tema dell’autonomia, nostra e delle persone che ci circondano, che ci aiuta a rivalutare abitudini che talvolta diamo per scontate. Una condizione che contribuisce a renderci più vicini a coloro che, nella loro esperienza, con certi limiti e fatiche si confrontano quotidianamente”.

Oggi il tema dell’adattamento resta attuale. “Dobbiamo confrontarci con una situazione che può mutare in fretta, con diversi sviluppi, e il nostro compito è sempre quello di rispondere velocemente e in maniera efficace ai bisogni raccolti dalle famiglie. Sicuramente di questo periodo così particolare ci porteremo anche dietro le attenzioni ricevute dagli stessi beneficiari dei nostri progetti: genitori, che, ad esempio, ci hanno chiesto più volte ‘ma voi, come state?’. Ecco, il rapporto con le famiglie che seguiamo direttamente è cruciale, per la relazione che ci permette di essere in ascolto e interpretare le necessità che si presentano”.

Accanto alle nuove sfide portate dall’emergenza sanitaria – continua – ci sono bisogni emergenti che si affacciano. Penso ad esempio agli adolescenti e giovani adulti con disabilità, alla necessità di spazi e occasioni pensate per loro, così come il supporto ai loro genitori, fratelli e sorelle. Un esempio pratico di come abbiamo provato a rispondere è il percorso su affettività e sessualità, ma anche il lavoro di progettazione per offrire attività dedicate a questa fascia di età”.

Tra i punti di forza da sottolineare c’è la risposta dei donatori. “Sia nel momento del lockdown, che in quello immediatamente successivo e nel periodo natalizio, abbiamo ricevuto una grande risposta da tanti sostenitori: abbiamo percepito fiducia e grande generosità. Non è affatto scontato: molte persone hanno scelto di dedicare attenzione a chi si è ritrovato in difficoltà e ognuno di loro ha fatto la differenza nella vita di un altro. La particolarità di questo momento storico è che può mettere in crisi anche persone che non avevano sperimentato specifiche fragilità economiche fino ad oggi. Per questo dobbiamo ringraziare chi ha scelto di sostenere i bambini e le famiglie che incontriamo ogni giorno”.

Che cosa dobbiamo aspettarci per il 2021? “All’emergenza sanitaria, da mesi, si affianca un tema di emergenza economica, è probabile che quest’anno vedremo i primi esiti della crisi, che rischia di colpire duramente molte famiglie. Accanto a questo tema c’è la necessità di usufruire di occasioni di svago, socializzazione e incontro. Le attività di riabilitazione e le attività sportive per i bambini con disabilità proseguono in presenza al Centro Paideia, ma ciò che manca è il gruppo, così come la possibilità di realizzare quotidianamente il valore dell’inclusione con attività aperte a tutti”.

Nel corso dell’anno passato – conclude – abbiamo seguito oltre 600 bambini, di fatto raddoppiando il numero di beneficiari dal 2018. In un momento così delicato sentiamo particolarmente la responsabilità del nostro lavoro, anche per la fiducia che raccogliamo dai donatori: per questo dobbiamo essere capaci di incrementare la nostra capacità di risposta per le famiglie, fornendo un aiuto sempre più in linea con le aspettative e i bisogni emergenti”.

 

Per sostenere i bambini e le famiglie che incontriamo ogni giorno:

 

* fotografia scattata in occasione di un evento precedente all’emergenza sanitaria