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Come stai? Storie dietro le finestre illuminate

In questi giorni, dietro le finestre delle case, ci sono molte luci accese. Più del solito. Siamo tutti a casa.

Non per tutte le famiglie la quotidianità, però, è uguale. Per le famiglie con bambini con disabilità le sfide di questi giorni sospesi sono ancora più grandi.

Ci sono bambini a cui l’interruzione della solita routine e l’impossibilità di uscire causano molto turbamento. Sono bambini che hanno bisogno più di altri di avere un programma per la giornata, di rispettare orari e abitudini conosciuti e di potersi muovere liberamente in uno spazio aperto. Alcuni di loro fanno ancora più fatica a capire il concetto di “un virus invisibile” e a resistere indossando correttamente una mascherina.

Ci sono case che sono diventate improvvisamente piene. Ogni membro della famiglia ha bisogno del suo spazio e in queste settimane non è facile trovarlo. Non lo è per i bambini e i ragazzini, fratelli e sorelle di bambini con disabilità, che vivono una quotidianità ancora diversa da quella dei loro coetanei. Andrea passa gran parte della giornata chiuso in camera, dispiaciuto per il fratellino, che vede più insofferente e agitato ogni giorno che passa. Sa quanto sia difficile per lui restare in casa e rinunciare alla passeggiata al parco, che fa ogni giorno alla stessa ora.

In questi giorni, dietro alcune finestre, ci sono pensieri che fanno più rumore di altri: sono le preoccupazioni di quei genitori che vedono la loro situazione lavorativa a rischio. Come Alessia, che ha le vendite del suo negozio bloccate, fa fatica a orientarsi nelle comunicazioni governative ed è sempre più tesa per le spese quotidiane.

In questo momento particolare, ci siamo resi conto più che mai del valore del chiederci a vicenda: “Come stai?
Abbiamo notato che le nostre chiamate hanno ricevuto una bella accoglienza nelle case delle famiglie che abbiamo raggiunto. In questa nuova e complicata routine, una conversazione telefonica diventa un momento da dedicare a se stessi, che aiuta a mettere ordine nell’incertezza che ci circonda. Anche se non è facile trovare un luogo tranquillo dove parlare, la tecnologia ci ha permesso di restare in contatto e continuare a sentirci vicini, a condividere strategie e consigli utili, a essere di supporto nella comprensione delle misure introdotte dai decreti.

Abbiamo fornito un sostegno concreto a chi si è trovato in particolare difficoltà per la spesa alimentare e anche per quelle famiglie che hanno manifestato grosse problematiche ad uscire per gli acquisti essenziali.

Ci siamo messi in gioco tutti insieme, terapisti e famiglie, per continuare il percorso terapeutico attraverso tutti gli strumenti possibili, anche se si tratta di un cambiamento non facile. Abbiamo visto bimbi di età diverse avvicinarsi a salutare e ascoltare il terapista in videochiamata, grazie alla presenza attiva dei genitori al loro fianco. Abbiamo incrociato il sorriso di Giovanni e Claudia, due bambini abituati a frequentare attività di gruppo insieme, che si sono ritrovati con entusiasmo all’appuntamento virtuale.

Dietro le finestre di certe case, dove ci sono le luci accese come in quelle di tutti noi, si vive una quotidianità più impegnativa e possiamo dare il nostro contributo per provare ad alleggerirla un po’.

Lo possiamo fare tutti, puoi farlo anche tu.

 

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